BMI in adolescenza e danno cardiaco futuro: nei maschi c’è forte nesso

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Una ricerca dell’Università di of Goteborg (Svezia), presentata a Parigi nel corso del recente congresso della Società Europea di Cardiologia (ESC 2019) rivela che il BMI a 18 anni è un indicatore di rischio di infarto cardiaco straordinariamente significativo, che persiste durante la vita. Lo studio supporta un attento monitoraggio del peso durante la pubertà e uno sforzo maggiore da parte di scuole e genitori per la prevenzione dell’obesità in adolescenza tramite alimentazione sana e attività fisica. Lo studio ha esaminato quasi 1,7 milioni di uomini svedesi nati tra il 1950 e il 1987 e arruolati per il servizio militare obbligatorio all’età di 18 anni. In un follow-up massimo di 46 anni (tra il il 1969 e il 2016), i ricercatori hanno trovato che un alto BMI a 18 anni è risultato associato a un elevato rischio di infarto prima dei 65 anni, anche dopo aggiustamento per fattori confondenti. L’aumento del rischio inizia con un BMI di 20 kg/m2, per crescere linearmente al crescere del BMI. Poiché lo studio ha incluso solo uomini, i risultati non possono essere estesi automaticamente alle donne.

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