Cannabis: continua l’articolo del Professor Bonci sulla sostanza psicoattiva più consumata al mondo.

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Alcuni consumatori di cannabis sviluppano dipendenza (con minor frequenza di sostanze come nicotina, eroina e cocaina): fino al 9%, più gli uomini che le donne, anche se le donne sembrano diventare più rapidamente dipendenti. Circa il 50% dei consumatori cronici di cannabis manifesta sintomi di astinenza, anche gravi. Contro la dipendenza, funzionano la terapia cognitivo-comportamentale e la terapia di potenziamento motivazionale. Gruppi per i quali la cannabis è particolarmente pericolosa sono gli adolescenti e le donne in gravidanza. L’adolescenza è un periodo di rapido sviluppo del cervello: l’uso di cannabis può modificare in modo permanente la struttura e le dimensioni del cervello, cambiare la qualità e quantità delle connessioni cerebrali, e ridurre il flusso sanguigno verso molte regioni del cervello. Questi cambiamenti possono portare a una riduzione delle abilità cognitive, riduzione della memoria e dell’attenzione, e riduzione delle capacità decisionali in età adulta. Inoltre, l’uso di cannabis nella prima adolescenza raddoppia il rischio di sviluppare una dipendenza in età adulta, sia per la cannabis che per altre droghe d’abuso. Durante la gravidanza, la cannabis danneggia gravemente il feto perchè il THC attraversa la barriera placentare, con un impatto sullo sviluppo neurocomportamentale del bambino fino all’adolescenza: alterate funzioni motorie, disturbi del sonno, disturbi della memoria, aggressività. La cannabis può anche passare attraverso il latte materno.
La cannabis è la terza sostanza illecita più comune al mondo tra i pazienti che si recano pronto soccorso, dopo l’eroina e la cocaina. La mancanza di regolamenti rigorosi di prodotti con THC e CBD comporta che i consumatori non sono pienamente informati circa il contenuto del prodotto.
Oltre a dosaggi inaccurati e alla presenza di riempitivi tossici, molti prodotti a base di cannabis non regolamentati contengono pericolosi cannabinoidi sintetici. I cannabinoidi sintetici sono fino a mille volte più potenti del THC o del CBD e sono correlati a effetti collaterali pericolosi (a volte mortali), come convulsioni, edema cerebrale, tachicardia e arresto cardiaco, nausea e vomito, danno renale e ideazioni suicidarie.

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