Un libro per combattere il deterioramento cerebrale: è la sfida del corso “Leggere per crescere: un libro contro il deterioramento cerebrale – Le soluzioni della scuola al ‘brain-rot’ dell’era digitale” promosso dal Centro per il libro e la lettura e sviluppato dall’Osservatorio Carta, Penna & Digitale della Fondazione Luigi Einaudi Ets, che mira a spiegare, inquadrare e affrontare concretamente le difficoltà cognitive determinate nei ragazzi dall’abuso di dispositivi digitali, fornendo ai docenti delle scuole primarie e secondarie di primo grado strumenti adeguati per intervenire efficacemente con esercizi e strategie didattiche mirate.
“La civiltà umana è nata quando è nata la lettura, come stimolo della memoria e del pensiero critico e complesso” ha detto Luciano Lanna, direttore del Centro per il libro e la lettura, durante la presentazione del corso pilota, a Roma, in occasione dell’avvio, nel mese di febbraio, di “Libriamoci”, la campagna promossa dal Ministero della Cultura attraverso il Centro per il libro e la lettura e dal Ministero dell’Istruzione e del Merito – Direzione generale per lo studente, l’inclusione e l’orientamento scolastico.
Nel 2023 il Centro per il libro e la lettura coordinò su tutto il territorio nazionale un’indagine quantitativa e qualitativa per capire come e in quali modalità leggessero gli appartenenti della Generazione Z, cioè i nati tra la seconda metà degli anni ’90 e la prima degli anni 2000. Ne emerse un quadro inaspettato, in cui due dati erano particolarmente interessanti: da una parte la lettura era al 6° posto nelle attività ricreative, arrivando dopo l’uso dei social e di Internet; dall’altro, del 49% dei ragazzi che dichiarava di leggere, la maggioranza, l’84%, affermava di farlo su carta.
La lettura che le neuroscienze definiscono ‘profonda’, cioè con coinvolgimento, attenzione, concentrazione, è più facile sulla carta. Secondo il cosiddetto “effetto Flynn”, dal nome dello psicologo che lo ha teorizzato, fino al 1990 l’intelligenza umana aumentava di 5 punti ogni 5/6 anni, mentre dal 1990, nel momento in cui entra il mondo digitale nella nostra vita, l’effetto Flynn si è invertito, stiamo perdendo intelligenza, l’attenzione odierna è ridotta del 50%.
