Il recente caso della pugile algerina Imane Khelif oro alle Olimpiadi 2024, finita al centro delle polemiche
per alcune caratteristiche fisiche maschili che potevano la avvantaggiarla rispetto alle altre atlete, ha
acceso i riflettori sulle identità intersessuali. Medico e paziente ha intervistato sull’argomento il dottor
Carlo Alfaro. Quando una persona si può definire intersessuale e che differenza c’è con il termine
“transgender”? “L’intersessualità è una condizione fisica, il transgenderismo attiene alla sfera mentale”.
Quanto è ampia la popolazione delle persone intersex? “L’intersessualità comprende al suo interno
un’ampia varietà di condizioni tra loro anche molto diverse, che nell’insieme possono arrivare all’1% circa
della popolazione mondiale”. Qual è generalmente l’approccio medico a persone con queste
caratteristiche? “Alla nascita, nella maggior parte dei Paesi un individuo deve essere assegnato al genere
maschile o femminile, in base alle caratteristiche dei suoi genitali: in caso di ambiguità, finora ci si è sempre
orientati ad eseguire quanto prima una correzione verso uno dei due binari del sesso, che attualmente non
è considerata etica perché non rispettosa dell’unicità dell’individuo”. Le caratteristiche intersessuali quando
si possono manifestare? “Alla nascita, ma anche alla pubertà o in età adulta. Dipende dai diversi quadri
clinici. Cito ad esempio: lo Pseudoermafroditismo maschile familiare incompleto, tipo 2; la Sindrome da
insensibilità agli androgeni; la Sindrome di Swyer; la Sindrome di Klinefelter; lo Pseudoermafroditismo
femminile”. Qual è l’approccio corretto alle problematiche intersessuali da parte del medico di famiglia?
“La gestione è complessa e richiede un team specializzato di esperti in varie discipline. Ma il ruolo del
pediatra di famiglia, nel caso di un bambino, e del medico di medicina generale, una volta che il paziente
diventa adulto, resta fondamentale per aiutare queste persone a vivere la loro condizione nella migliore
salute psicofisica possibile, cui hanno diritto”.
L’intervista completa al link: