LOMBARDI (SIMA): “Fondamentale difesa diritti infanzia”.
19 febbraio 2009 (DIRE – notiziario Minori)
Il vertiginoso aumento di violenze sessuali ai danni di minori, apre scenari sconcertanti sulle cause e sugli attori di queste vicende.
L’abuso sessuale costituisce uno dei principali problemi di salute nell’adolescente.
Due recenti ricerche italiane, infatti, ricordate dalla Societa’ italiana di medicina dell’adolescenza (Sima), confermano come la quota degli abusi sessuali commessi all’interno della famiglia (genitori, fratelli, sorelle, conviventi dei genitori, nonni, zii), oscilla tra il 70 e l’80% di tutti gli abusi sessuali.
Si stima che per una bambina e/o ragazza la probabilità di essere vittima di abuso sessuale sia da due a tre volte superiore rispetto a un maschio.
L’Accademia americana di pediatria definisce abuso sessuale “qualunque contatto o interazione tra un bambino e un adulto, quando il bambino venga usato per stimolare quell’adulto o quella persona “.
Ed e’ proprio questo il punto dal quale partire per identificare le cause di comportamenti sessuali ai danni di adolescenti.
Secondo il dottor Domenico Lombardi, neuropsichiatra infantile e segretario della Società italiana di medicina dell’adolescenza (Sima), “tutti i comportamenti agiti (in questo caso la violenza sessuale verso coetanei adolescenti), sono come quelli sperimentati.
Questo significa che i comportamenti sessuali violenti degli adolescenti verso i coetanei, sono il frutto di abusi subiti dall’adolescente stesso, magari in tenera eta’.
A tutto questo – continua Lombardi – si aggiunge l’abbassamento della soglia di inibizione sessuale, grazie all’azione dei media e dello stesso sviluppo sociale”.
Nelle procedure operative della Societa’ italiana di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza (Sinpia), risalenti al 2000, l’abuso sessuale sui minori si configura sempre come “un attacco confusivo e destabilizzante alla personalita’ in formazione del bambino, provocando gravi conseguenze a breve, medio e lungo termine nel processo di crescita”.
L’ulteriore fattore rilevante nella storia di una violenza sessuale tra coetanei adolescenti, e’ rappresentato dal ‘gruppo’.
Nella maggioranza dei casi, infatti, lo stupro e’ di gruppo il che, come sottolinea ancora il neuropsichiatra, “rappresenta un’azione di guardia collettiva. Raramente e’ il singolo individuo che agisce in solitudine. Il gruppo da’ coraggio e alimenta il bisogno di condivisione alla stregua di qualsiasi altra attivita’, con l’aggravante dell’imitazione dei simboli”.
La prevenzione dell’abuso sessuale, dunque, risulta fondamentale anche per evitare il proliferare di futuri o possibili giovani stupratori.
“In quest’ottica – sostiene Lombardi – e’ fondamentale la difesa dei diritti dell’infanzia, sanciti dalla Convenzione internazionale dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, la quale prevede anche idonee politiche per centrare lo scopo”.