AIDS: SBALLO-DISINFORMAZIONE, ADOLESCENTI A RISCHIO

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BERTELLONI (SIMA): “Il 1° rapporto sessuale senza alcuna protezione “.
19 marzo 2009 (DIRE – notiziario Minori)

L’Hiv Summit Italia 2009, in corso a Roma, dopo le dichiarazioni fatte da Benedetto XVI in Africa (“Non si puo’ superare l’Aids con la distribuzione di preservativi: al contrario aumentano il problema”), ripropone in modo forte il problema della diffusione della sieropositivita’ HIV attraverso rapporti sessuali a rischio.

“Tale problema -spiega Silvano Bertelloni, presidente della Societa’ italiana di medicina dell’adolescenza (Sima) – e’ di particolare rilevanza negli adolescenti per diversi ordini di motivi:

  • inizio sempre piu’ precoce dell’attivita’ sessuale;
  • relazioni di coppia instabili e poco durature;
  • attivita’ sessuale praticata senza prendere adeguate precauzioni.

A questo proposito- continua – merita di essere ricordato che in Italia il primo rapporto sessuale e’ di solito spontaneo e senza alcuna protezione in oltre il 60% delle adolescenti e che – in particolare nelle minorenni – intercorre un periodo di 4-5 anni dall’inizio di rapporti completi e la richiesta di consulenza sulla contraccezione”.

Questa situazione, dunque, favorisce la diffusione dell’Hiv e di tutte le malattie a trasmissione sessuale (Mst) proprio nella fascia di eta’ 15-24 anni.

Si stima, infatti, che nel mondo circa il 50% di tutti i nuovi casi di Mst, si verifichi proprio in questa eta’.
“In Italia – sottolinea Bertelloni – non si hanno dati omogenei.

Dal 1^ gennaio 1990 al 31 dicembre 2005 sono stati segnalati al Sistema nazionale di sorveglianza sentinella dell’Istituto superiore di sanita’, 18.243 nuovi casi di Mst tra i giovani di 15-24 anni, pari a circa il 20% di tutti i casi segnalati.

La distribuzione per sesso ha dimostrato una lieve prevalenza per quello maschile (51.7%); nel 92.5% si trattava di individui eterosessuali e nel 21% di soggetti non italiani.

A conferma di cio’, quasi il 50% ha riferito di non aver utilizzato alcun metodo contraccettivo negli ultimi 6 mesi. Relativamente all’infezione da Hiv, solo il 64% dei soggetti notificati per Mst ha accettato di essere testato e il 4.5% di questi sono risultati positivi, oltre un terzo di questi non sapeva di esserlo”.
La diffusione dell’Hiv e delle altre Mst e’ influenzata da numerosi fattori particolarmente diffusi tra i giovani.

“L’eta’ precoce di inizio dell’attivita’ sessuale – continua il presidente della Sima – i partner sessuali multipli, rapporti omosessuali, basso livello socio-economico, appartenenza a minoranze etniche, disinformazione sul rischio del contagio sessuale, non utilizzo di metodi contraccettivi di barriera, concomitante uso di alcol o sostanze stupefacenti, presenza di fattori immunologici e maturativi dell’apparato riproduttivo.

Vi e’ quindi la necessita’ – prosegue con forza – di una migliore informazione degli adolescenti sulle possibili conseguenze dei rapporti sessuali non protetti e sulle Mst, rafforzando il concetto della necessita’ dell’uso del profilattico e di richiesta di consulenza medica in caso di sintomi compatibili con una Mst, sull’effettuazione del test Hiv anche per poter usufruire di un trattamento precoce ed appropriato, che migliora notevolmente l’outcome e la qualita’ di vita”.

E proprio a proposito della richiesta di accertamenti per l’infezione da Hiv (Legge 5 n.135, giugno 1990), Bertelloni sottolinea quanto sia opportuno ricordare che “nessuno puo’ essere sottoposto, senza il suo consenso, ad analisi tendenti ad accertare l’infezione da Hiv, se non per motivi di necessita’ clinica nel suo interesse” e che “la comunicazione di risultati di accertamenti diagnostici diretti o indiretti per infezioni da Hiv puo’ essere data esclusivamente alla persona cui tali esami sono riferiti.

La dottrina tende ad affermare come l’avverbio “esclusivamente” sarebbe da intendere “nel senso di escludere anche i genitori qualunque sia l’eta’ di chi ha chiesto l’accertamento” anche in rapporto alla capacita’ di comprensione del minore di esprimere consapevolmente la propria volonta’ in rapporto al proprio stato di salute”.