Secondo l’ Istat oltre il 50% degli adolescenti è vittima di bullismo, ma la comunità scientifica stima che i casi reali siano almeno 25 volte quelli denunciati. Un fenomeno globale, spesso nascosto, che ha effetti negativi sulla salute fisica e mentale sia nel breve, sia nel medio-lungo termine. Gabriella Pozzobon, Presidente della Società Italiana di Medicina dell’Adolescenza ci aiuta a comprendere la complessità di questo fenomeno.
Bullismo e fobia scolare
La scuola rappresenta uno dei principali contesti dove si sviluppa la personalità del bambino e dell’adolescente, attraverso la sperimentazione di esperienze, confronti e legami.§A volte può trasformarsi in teatro di sofferenza e disagio, fino allo sviluppo di un rifiuto ansioso della scuola, noto come fobia scolare.
Talvolta, soprattutto nei bambini della scuola primaria, il problema può essere attribuito all’ansia di separazione dalle figure parentali. Molto più spesso la paura è però condizionata da esperienze relazionali sgradevoli che hanno minato autostima e sicurezza sociale degli studenti, prime fra tutti gli atti di bullismo.
Bullismo: quali sono i numeri in Italia?
Come rilevato da un rapporto dell’Istat, oltre la metà dei ragazzi tra gli 11 e i 17 anni ha subito almeno un episodio offensivo, non rispettoso o violento da parte di altri ragazzi.
Il bullismo è un’epidemia globale, la cui reale dimensione in larghissima misura sommersa, causa la scelta prevalente di non denunciare per vergogna o paura di ritorsioni.
La comunità scientifica stima che i casi reali siano almeno 25 volte quelli segnalati. Come rivela una una recente meta-analisi che ha preso in considerazione 80 studi, l’età dei bulli si sta abbassando e molti sono i casi già nei primi anni delle elementari.
Nel 6% dei casi la derisione è causata dall’aspetto fisico e/o dal modo di parlare. In particolare, i bambini con disturbi specifici del linguaggio, tra cui la balbuzie, sono tre volte più a rischio di bullismo.
Il diffondersi del cyberbullismo o bullismo online permette di superare le barriere spazio-temporali, raggiungere un più vasto pubblico e quindi ampliare i confini del disagio.
Ad oggi, si stima interessi il 10-15% dei ragazzi di 11-19 anni.
Quando si parla di bullismo?
Il bullismo è modalità di interazione disfunzionale, antisociale, insidiosa e pervasiva, caratterizzata da intenzionalità, persistenza nel tempo e asimmetria.
Chi compie l’azione è in una posizione preminente, per età, forza fisica, genere o potere psicologico. A questo si aggiunge spesso il supporto di amici e alla popolarità di cui gode nel gruppo di coetanei.
Chi subisce, è in una posizione di inferiorità che gli fa percepire impotenza a difendersi, lo fa sentire isolato, impaurito.
Quali sono le conseguenze del bullismo?
Come risulta dal più esteso studio longitudinale sul bullismo ad oggi disponibile, condotto da un gruppo finlandese su circa 5.000 bambini di 8 anni di età seguiti fino a un’età compresa tra i 16 e i 29 anni di età, le vittime dei bulli nell’immediato sperimentano sensazioni di:
- alienazione
- inadeguatezza
- insicurezza personale e relazionale
- perdita di dignità e autostima
- calo di concentrazione e rendimento scolastico fino all’abbandono degli studi
- difficoltà relazionali in casa e fuori.
Nel medio-lungo termine possono sviluppare disturbi dell’umore e del comportamento, disturbo d’ansia generalizzato, disturbo da attacchi di panico, agorafobia, abuso di fumo, alcol e droghe, psicosi e depressione, comportamenti autolesivi fino al suicidio o tentato suicidio.
Sul versante fisico possono insorgere nell’immediato sintomi psico-somatici, come cefalea, dolori addominali ricorrenti, turbe dell’alvo.
Vi sarebbe poi maggior rischio di sviluppare, in età adulta, malattie cardiache e diabete.
Cosa si fa in Italia per contrastare il bullismo?
Contro questa piaga sociale e sanitaria, la scuola e le istituzioni stanno mettendo in atto progetti e azioni di prevenzione.
Tra questi:
- incontri all’interno degli istituti scolastici, anche nel solco della legge 71/2017, che prevede la nomina di un docente referente per il bullismo.
- Progetti dedicati, come quello realizzato da Regione Lombardia in partnership con ATS e ASST, Keep Calm and Stop Cyberbullismo. Esso, attraverso il racconto nella forma del fumetto creato dagli stessi studenti, vuole mostrare gli effetti del bullismo in chi ne è vittima.
Anche le numerose campagne di sensibilizzazione realizzate da associazioni, cooperative e altri enti impegnati sul fronte sociale sono incisive.
«È noto – commenta la dottoressa Gabrielle Pozzobon, presidente della Società Italiana di Medicina dell’Adolescenza – che il messaggio audiovisivo garantisce le condizioni per una memorizzazione più rapida ed efficace. Gli studi sulla percezione umana ci informano che l’83% delle sensazioni arrivano al cervello attraverso la vista. I video rappresentano quindi uno strumento di comunicazione valido che sa parlare al cuore della gente. Tra le tante, anche il video della campagna #Liberalavoce, promossa da Vivavoce Institute e Pepita Onlus per contrastare in particolare il bullismo causato dalla balbuzie, dai disturbi del linguaggio e dalle difficoltà nella comunicazione, rappresenta uno strumento di comunicazione valido che sa parlare al cuore della gente».
L’approccio integrato secondo la SIMA
La Società Italiana di Medicina dell’Adolescenza sottolinea l’importanza di un intervento integrato che sia rivolto a contrastare efficacemente il bullismo.
Nell’ottica di contrastare le discriminazioni e tutelare l’integrità psico-fisica di bambini e ragazzi il potenziamento delle risorse della vittima rientra tra gli obiettivi di un intervento mirato a non tralasciare nessun aspetto della complessa dinamica alla base del bullismo.
Il bullismo è un supplizio che si consuma nel tempo, una persecuzione crudele, sottile e demolitiva.
Essere vittima di bullismo costituisce, al pari dell’abuso fisico o sessuale, uno stress sia acuto che cronico per il bambino o adolescente.
Questo stress può avere implicazioni negative sulla salute fisica e mentale, con rischio di sviluppare diversi disturbi.
Le esperienze traumatiche nell’infanzia e nell’adolescenza attivano i sistemi ormonali e neurochimici dello stress con possibili danni strutturali e funzionali al cervello e agli altri organi, interferenze con la risposta del sistema immunitario, aumento del rischio di patologie sia fisiche che mentali.
Di fronte a tali dati, nessuno può pensare che non sia urgente intervenire a favore dei ragazzi vittime dei bulli.
A cura di
Carlo Alfaro, consigliere SIMA, Società Italiana di Medicina dell’Adolescenza, Ospedale Riunti Stabiesi, Napoli
Gabriella Pozzobon, Presidente SIMA Società Italiana di Medicina dell’Adolescenza, Ospedale San Raffaele Università Vita-Salute Milano
Fonti
School Refusal Behavior. Lingenfelter N, Hartung S. NASN Sch Nurse. 2015 Sep;30(5):269-73.
Istat, Il bullismo in Italia: comportamenti offensivi e violenti tra i giovanissimi, Anno 2014
Bullying prevalence across contexts: a meta-analysis measuring cyber and traditional bullying. Modecki KL et al. J Adolesc Health. 2014 Nov;55(5):602-11.
Association of Bullying Behavior at 8 Years of Age and Use of Specialized Services for Psychiatric Disorders by 29 Years of Age. Sourander A et al. JAMA Psychiatry. 2016 Apr;73(4):378-87.