Diete, l’obiettivo non deve essere la perdita di peso ma il benessere

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Le due principali società scientifiche europee che si occupano di obesità (European Association for the Study of Obesity – EASO ed European Federation of the Associations of Dietitians – EFAD) hanno pubblicato un documento congiunto di position statement in cui vengono messe a confronto le evidenze scientifiche attualmente disponibili sulle cinque terapie dietetiche più utilizzate per l’obesità: la dieta mediterranea, le diete vegetariane, la dieta antipertensiva (DASH), la dieta nordica e le diete a basso contenuto di carboidrati (chetogeniche). Il documento si basa su una revisione sistematica di 56 studi clinici e meta-analisi pubblicati tra novembre 2018 e marzo 2021. La review dimostra che cinque regimi sono tutti in grado di migliorare la salute metabolica dei soggetti obesi. Inoltre, il documento evidenzia che, al di là della perdita di peso legata alla restrizione calorica, per ottenere risultati sul lungo termine occorre intervenire sulle abitudini alimentari, sulla qualità del cibo e sul modo di consumare i pasti, aumentando la consapevolezza mentre si mangia. L’obiettivo delle diete deve essere sempre il miglioramento dello stato di salute piuttosto che la variazione di peso. L’approccio nutrizionale all’obesità non deve concentrarsi esclusivamente sul peso. Il pregiudizio sul peso (“bias di peso”) può influenzare l’assistenza medica e la sua qualità ed è associato allo stigma e alla discriminazione che le persone in sovrappeso e obese affrontano per tutta la vita in vari contesti, riducendo significativamente la loro qualità di vita e aumentando la mortalità e la morbilità, indipendentemente dal BMI. Il trattamento deve essere individualizzato in ogni caso e per ogni momento della vita. L’obiettivo del trattamento deve essere sempre la salute, non il peso.

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