BERTELLONI (SIMA): “Sottovalutato problema abusi”
16 gennaio 2009 (DIRE-notiziario Sanità)
Nell’arco di 10 anni il numero degli stranieri in Italia si e’ triplicato: dai circa 160.000 a oltre 600.000. Essi rappresentano, ormai, circa il 6% dell’intera popolazione da 0 a17 anni, e quasi il 15% dei nuovi nati ha almeno un genitore non italiano.
“Questa tendenza- spiega il professor Silvano Bertelloni, presidente della Società Italiana di Medicina dell’Adolescenza (Sima)- e’ in continua crescita, anche perche’ il tasso di fecondità delle immigrate e’ circa il doppio delle italiane (2,5 figli/donna contro 1,26 figli/donna) e il flusso migratorio e’ favorito dall’allargamento dell’Unione Europea”.
Alcuni recenti fatti di cronaca hanno portato alla ribalta il problema del soddisfacimento dei bisogni sanitari della popolazione immigrata, suscitando non poche polemiche.
“L’interesse nei confronti delle condizioni di salute delle popolazioni immigrate- continua il presidente della Sima- e’ giustificato anche dal fatto che queste hanno un rischio sanitario superiore a quello della popolazione ospitante.
Ciò è da collegare alle loro sfavorevoli condizioni di vita (indigenza, carenze igienico-sanitarie e abitative, marginalità sociale, ecc.), soprattutto nelle fasi iniziali del fenomeno migratorio, aggravate da situazioni di irregolarità e dalla difficoltà di accesso al Sistema sanitario nazionale”.
La legge italiana, nonostante le polemiche sorte dopo le recenti dichiarazioni della Lega Nord, garantisce il diritto alla salute del bambino immigrato, anche se non regolare, e non solo in presenza di patologie gravi ma anche in tutte le occasioni di medicina preventiva (legge 40/1998).
Le prestazioni mediche- sottolinea Bertelloni- vengono erogate senza oneri economici per le famiglie immigrate indigenti, fatte salve le quote di partecipazione alle spese previste per i cittadini italiani, e l’accesso alle strutture sanitarie di stranieri irregolari non comporta l’obbligo della segnalazione alle autorità, salvo il caso che il referto sia obbligatorio.
Tenendo conto di tali indicazioni- precisa ancora l’adolescentologo- di considerazioni di tipo etico, deontologico, umanitario e biomedico, che prevedono anche la protezione della popolazione italiana dalla potenziale diffusione di patologie infettive se non adeguatamente intercettate, la Società italiana di medicina dell’adolescenza ritiene ampiamente meritoria la recente decisione delle istituzioni sia di non prevedere le cure mediche a pagamento per gli immigrati, sia la non obbligatorietà -per i medici- di denunciare l’immigrato non in possesso del permesso di soggiorno che chiede di essere curato”.
La Sima, inoltre, richiama l’attenzione di tutti su un problema sempre piu’ emergente legato ai bambini e agli adolescenti stranieri vittime di abusi fisici, psichici e sessuali.
“E’ un problema sottostimato e negletto- denuncia Bertelloni- per i quali situazioni ambientali di disagio e marginalità ne amplificano il rischio. Su queste tematiche la Società italiana di medicina dell’adolescenza si propone come interlocutore presso le istituzioni per iniziative concrete a difesa dell’integrità’ psichica e fisica di tutti gli adolescenti che vivono in Italia”.