BERTELLONI:” vecchie campagne fallite, servono nuovi programmi di prevenzione ”
21 aprile 2009 (DIRE – notiziario Minori)
La Societa’ italiana di medicina dell’adolescenza (Sima) concorda pienamente con il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, che ha parlato di un “fenomeno di preoccupanti dimensioni” in merito al numero di interruzioni volontarie di gravidanza effettuate da minorenni e, in base alla legge, avallate da un giudice.
Oltre al dato numerico (oltre 14 mila ragazzine hanno abortito in 11 anni), tre aspetti sono, a parere della Sima, ancora piu’ preoccupanti:
– “La tendenza rimasta costante del fenomeno, fin dal lontano 1989 – spiega il presidente degli adolescentologi, Silvano Bertelloni -, suggerendo che le politiche di prevenzione delle gravidanze indesiderate nelle minorenni degli ultimi 20 anni, non siano risultate in grado di portare ad una rilevante riduzione del fenomeno.
– Il fatto poi che le ragazze non parlano con nessuno della gravidanza inattesa, testimonia di una mancanza di dialogo di un gran numero di minori anche con la propria famiglia.
– Infine – prosegue Bertelloni – l’assenza di un medico di fiducia dell’adolescente, che si faccia carico in modo globale della salute della giovane e sia in grado di mediare anche i rapporti con i genitori”.
In questo preoccupante scenario, la Sima ribadisce che “e’ oggi impellente la necessita’ di un medico degli adolescenti, in grado di comunicare realmente con i giovani con il loro linguaggio – sia in ambito individuale che collettivo – e lo sviluppo di nuovi programmi di prevenzione che mettano al centro del percorso il minore nella sua globalita’ psico-fisica”.
Inoltre, secondo il presidente della Sima, Bertelloni, ” e’ tempo di superare i vecchi programmi centrati sulle malattie e sulle situazioni a rischio, che obiettivamente non hanno dato i risultati sperati, e di orientare la prevenzione verso il sostegno ai bisogni naturali di crescita con modelli organizzativi che sappiano tenere conto della inseparabilita’ degli aspetti sociali, educativi, relazionali, affettivi dello sviluppo infantile e adolescenziale, che da sempre la pediatria propone e porta avanti”.
In conclusione, Bertelloni auspica “un maggior investimento in formazione, sia pre-laurea che post-laurea, e in ricerca in medicina dell’adolescenza, disciplina in passato troppo spesso negletta nell’ambito dei programmi formativi e sanitari, con il pieno riconoscimento delle competenze della pediatria in questo settore anche in Italia, come indicato dall’Oms”.