Terza parte dell’articolo sulla gestione sanitaria dei minori “Gender Variant”, ossia quei bambini e adolescenti che non si riconoscono nel proprio genere, sentendo di appartenere al genere opposto o a entrambi i generi o a nessuno dei due. Bambini e adolescenti che hanno una vita difficile e hanno bisogno dell’aiuto e del sostegno di tutti. Nell’articolo:
– L’approccio del medico alle persone con varianza di genere: pediatri e medici di base svolgono un ruolo fondamentale per identificare, tutelare e proteggere queste persone, nelle fasi di accoglienza, sospetto, diagnosi, supporto personale, familiare e sociale, invio all’equipe specialistica.
– Il meccanismo del minority stress: il meccanismo attraverso cui la transfobia impatta sulla salute fisica e mentale dell’individuo minandone la stabilità è il “minority stress”, per cui si intende la sofferenza psicologica inflitta a una minoranza – o un individuo in minoranza- che innesca una serie di stati e condotte disfunzionali.
– L’importanza del “coming out”: accettare e dichiarare la propria natura rappresenta l’unico strumento valido contro le conseguenze del minority stress.
– La gestione specialistica: viene affidata a un team multi-disciplinare che accompagna la persona con varianza di genere in un percorso articolato e complesso che deve coinvolgere anche la famiglia e il contesto sociale.
– I danni dell’approccio correttivo: un approccio al minore gender variant di tipo correttivo, cioè mirato ad allineare l’identità di genere con il sesso biologico, ha esiti devastanti per il giovane. L’approccio corretto è, a seconda dei casi, di tipo “supportivo”: atteggiamento di sostegno sui sintomi di sofferenza e di attesa riguardo alle decisioni sul genere, o “affermativo”: incoraggiamento dell’esplorazione attiva e dell’espressione dell’identità di genere prescelta dal minore.
– Il “gatekeeper”: letteralmente “guardiano del cancello”, è il medico che rallenta la transizione a dispetto dei desideri del paziente, perché non lo considera pronto. Questo atteggiamento può aumentare enormemente la sofferenza.
– La terapia per bloccare la pubertà: mentre per il bambino gender variant non è previsto alcun intervento di tipo medico, nel caso dell’adolescente, va valutato dal centro di alta specializzazione se bloccare temporaneamente lo sviluppo puberale tramite la triptorelina per dare tempo al giovane di decidere del suo genere futuro.
– Prima della transizione: è vantaggioso incoraggiare il cosiddetto “Real time test” o “Real-Life Experience”, in cui la persona trans deve esercitarsi a vivere nel ruolo di genere con cui si identifica prima di affrontare il percorso di affermazione di genere attraverso l’assunzione di ormoni “cross sex” e infine gli interventi chirurgici, previsti in Italia solo per i maggiorenni.
Vai all’articolo:
Le sfide dell’assistenza medica ai minori intersex e gender variant/3
Per approfondire:
Gender-affirming hormones and surgery in transgender children and adolescents. Mahfouda S, Moore JK, Siafarikas A et al. Lancet Diabetes Endocrinol. 2019 Jun;7(6):484-498.
Advances in the Care of Transgender Children and Adolescents. Shumer DE, Nokoff NJ, Spack NP. Adv Pediatr. 2016 Aug;63(1):79-102.