Molto interessanti, e per certi versi sconcertanti, i dati conclusivi – resi noti dal Ministero il 20 febbraio 2019- di quattro indagini ( su adolescenti, studenti universitari, adulti, professionisti della sanità) condotte nell’ambito del Progetto “Studio Nazionale Fertilità” del Ministero della Salute, affidato all’Istituto Superiore di Sanità con la partecipazione dell’Università degli Studi di Roma “Sapienza”, dell’Ospedale Evangelico Internazionale di Genova e dell’Università degli Studi di Bologna. Le indagini, realizzate grazie al supporto delle Regioni, nel settore adolescenti hanno reclutato un campione complessivo, rappresentativo di tutto il Paese, di più di 16mila studenti di 16-17 anni. Punto di riferimento di ragazzi e ragazze sulle tematiche della salute sessuale e riproduttiva è risultato essere il web per oltre l’80%, circa il 40% si rivolge agli amici e poco più di uno su cinque alla famiglia. Molta incertezza su infezioni a trasmissione sessuale, metodi contraccettivi, fattori di rischio per la salute riproduttiva, e poco utilizzati consultori e medici specialisti, soprattutto andrologo. Tutto ciò nonostante la precocità dei contatti sessuali. Il 94% degli adolescenti vorrebbe ricevere informazioni dalla scuola. Si conferma un forte gap nel livello di informazione tra Nord e Sud. Anche l’indagine tra i professionisti ha evidenziato carenze formative su alcune aree e di conseguenza sulla comunicazione agli assistiti.
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Fonte: quotidianosanità.it