Sima: Con agonismo
ciclo irregolare
per 50%
adolescenti

Condividi:

Roma, 22 giu. – La base di partenza e’ che lo sport fa bene. Ma ci sono casi in cui un eccessivo carico di lavoro per il corpo influisce sulla normale maturazione sessuale: quando gli allenamenti si fanno troppo intensi e lo stress da competizione si fa sentire, soprattutto nel delicato passaggio da bambina ad adolescente, “si verifica un posticipo dell’eta’ di comparsa del primo ciclo mestruale”. A dirlo Gabriella Pozzobon, presidente della Societa’ italiana di medicina dell’adolescenza e pediatra dell’ospedale San Raffaele di Milano, in occasione del 74esimo Congresso nazionale di pediatria organizzato dalla Sip a Roma.

Sicuramente “bisogna distinguere tra tipologia di sport e grado di impegno fisico, oltre che per tipologia di fisico di un’adolescente. Fa riflettere che spesso le ragazzine vadano incontro a casi di amenorrea secondaria: ovvero sviluppano regolarmente ma poi l’attivita’ fisica esasperata condiziona la normale funzionalita’ della loro regione ipotalamo-ipofisi-gonadi con conseguenze sul quadro endocrinologico”.

In questo quadro, spiega Pozzobon all’agenzia Dire, “gli ultimi dati dicono che quando si praticano a livello agonistico sport in cui e’ enfatizzata la magrezza del corpo e si da’ molta importanza al peso, si registra un’incidenza del 22% di amenorrea primaria, ovvero la non comparsa del primo ciclo mestruale pur avendo raggiunto l’eta’ fisiologica. Inoltre, si registra piu’ del 50% di irregolarita’ dei cicli mestruali o addirittura di lunghi periodi di assenza del ciclo. Piu’ in generale- conclude la presidente Sima- tutti gli sport che prevedono un grosso carico di lavoro sul fisico in questa eta’ delicata predispongono a irregolarita’ mestruali”.