Utilizzo dei media da parte degli adolescenti ed esposizione auto-riferita alla pubblicità in sei Paesi: implicazioni per il marketing di alimenti e bevande meno salutari

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Gli studi sui consumatori evidenziano associazioni positive fra la frequenza o il livello di esposizione al
marketing alimentare e alla pressione promozionale e il consumo abituale degli alimenti pubblicizzati (e
meno salutari) che vengono proposti. La pubblicità può indurre erronee convinzioni sugli effetti nutrizionali
prodotti da alimenti altresì nocivi per livelli di sale, sodio, zuccheri, grassi o acidi grassi trans. Uno studio
che ha analizzato le abitudini di visione dei media da parte degli adolescenti in rapporto alle associazioni tra
la visione dei media e l’esposizione auto-riferita a pubblicità di cibi e bevande non salutari in sei Paesi a
reddito medio-alto e alto (Australia, Canada, Cile, Messico, Regno Unito e Stati Uniti d’America). Sono stati
intervistati tramite sondaggio nel periodo novembre-dicembre 2019 9.171 individui di età compresa tra 10
e 17 anni. L’indagine si è rivolta a: esposizione auto-riferita ai media basati sullo schermo (tempo davanti
allo schermo per canale mediatico), uso di piattaforme di social media e frequenza auto-riferite di
esposizione a pubblicità di cibi e bevande malsane. La quantità media di tempo trascorso davanti a vari
schermi variava da 7,6 ore a 10,2 ore nei vari Paesi per giorno della settimana. Nel complesso, Instagram è
stata la piattaforma di social media più popolare (52%-68%), seguita da Facebook (42%-79%) e Snapchat
(28%-52%). La percentuale di intervistati che hanno dichiarato di aver visto pubblicità di alimenti non
salutari negli ultimi 30 giorni è stata più alta in televisione (43%-69%), seguita dai media digitali (27%-60%)
e dalle applicazioni di gioco (10%-17%). L’esposizione giornaliera auto-riferita alla pubblicità variava tra le
bevande zuccherate (10%-43%) e i fast food (19%-44%) ed era positivamente associata al tempo trascorso
davanti allo schermo auto-riferito. L’esposizione auto-riferita ai media era più elevata tra gli adolescenti più
grandi rispetto agli adolescenti più giovani. L’importante quantità di tempo trascorso sui media televisivi
segnalata dagli adolescenti e l’ampia percentuale di adolescenti che segnalano l’utilizzo dei social media,
insieme agli alti tassi di esposizione pubblicitaria auto-riferita, supportano la necessità di politiche volte a
limitare la commercializzazione di cibi e bevande non salutari.
Vai all’articolo:

Demers-Potvin É, White M, Potvin Kent M, et al. Adolescents’ media usage and self-reported exposure to
advertising across six countries: implications for less healthy food and beverage marketing. BMJ Open.

  1. 19;12(5):e058913. doi: 10.1136/bmjopen-2021-058913