Pericolo in rete, 4 su 10 riceve richieste da sconosciuti foto, video e numero telefono

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CHIAVETTA (SIMA): SIMA: “Sul web per solitudine”.
26 gennaio 2009 (DIRE – notiziario Minori)

Come fare a proteggere i bambini e gli adolescenti dai possibili rischi di un adescamento telematico?

E’ questa la domanda che la Società italiana di medicina dell’adolescenza (Sima) si pone per provare a porre rimedio al problema della pedofilia, ormai dilagante anche sul web.

Dal 1997, la Società italiana di pediatria (SIP) porta avanti un’indagine su “Abitudini e stili di vita degli adolescenti”: i risultati per il 2008 sono stai presentati nelle scorse settimane a Bologna.

“Il quadro che ne esce- commenta Salvatore Chiavetta, consigliere nazionale della Sima- e’ a dir poco sconfortante.

Innanzitutto l’incremento della percentuale di ragazzi che utilizzano internet si correla con un incremento di adolescenti che denunciano di soffrire di solitudine (64% tra i maschi e 69% tra le femmine).

Ad entrare ogni giorno in rete e’ il 42,4% degli adolescenti e le ragioni prevalenti (per oltre il 70%) per i quali ci si collega sono i messenger, le chat, scaricare musica/video e soprattutto la produzione e la visione di video su YouTube, senza contare la recente apparizione di Facebook.

Quasi il 40% dei giovani (43,5% delle femmine) ha ricevuto richiesta, da sconosciuti, del numero di telefono e il 13,3% (13,8% delle femmine) lo ha poi dato”.

E ancora, i dati del recente studio fatto dalla SIP rivelano come il 50,3% (59,2% delle femmine) ha avuto richiesta di foto e il 22% (24,6% delle femmine) le ha inviate, mentre il 27,6% (32,2% delle femmine) di farsi vedere in webcam, con il 12% (8,6% delle femmine) lo ha fatto. Infine, il 23,7% (29,5% delle femmine) ha ricevuto una richiesta di incontro e il 9,3% (8,1% delle femmine) ha accettato.

“Questi dati- continua Chiavetta- confermano la amara certezza (già paventata nelle indagini precedenti) che ogni adolescente, ma oserei dire forse ogni bambino che abbia nella propria cameretta un Pc, venga lasciato solo davanti al monitor-‘finestra’ di questo mondo irreale di Internet, e può cadere nella trappola. Un mondo irreale che può, in qualsiasi momento, materializzarsi allorché, alla richiesta di foto, di incontri o di video, quella narcisistica propensione (non solo adolescenziale) dell’apparire abbia il sopravvento sulla razionale esigenza della privacy”.

L’analisi dell’adolescentologo, pero’, si spinge oltre, verso quegli strumenti alternativi diversi da internet che, pero’, costituiscono allo stesso tempo terreno fertile per l’avvicinamento del pedofilo.
“C’e’ purtroppo- spiega- un’altra considerazione da fare: cosa offre oggi la Tv ai nostri giovani? Vetrine in cui si esibiscono modelli fortunati e vincenti (Grande Fratello, Veline, Amici, ecc), ovvero ragazze e ragazzi a cui tutto riesce grazie ad una estrema semplificazione delle azioni che servono a raggiungere uno scopo”.

E la reazione dei giovani?

Secondo Chiavetta, “senza accorgersi di nulla, vengono sospinti nel ruolo di spettatori ai quali e’ solo dato di accontentarsi di guardare.
Un mondo ove ben presto scopriranno che il loro destino e’ quello di andare ad affollare una enorme platea per dare ad altri, i pochi fortunati, il loro contributo di ammirazione.
Ecco che, allora, anziché ammirare vorrebbero essere ammirati dagli altri, per cui si innesca, nella loro mente, il corto circuito dell’apparire piu’ che dell’essere”.

Cosa fare, allora? “Fondamentale- conclude- e’ non lasciar soli i nostri bambini e soprattutto gli adolescenti, non permettere una loro totale autonomia, tanto nella navigazione in Internet come nella visione televisiva, avulsa da qualsiasi controllo parentale.

Pero’ senza demonizzare nulla (Tv, Internet, Facebook, Skype, messenger, ecc), ma aiutandoli nella navigazione, o nella scelta dei programmi e discutendo con loro i motivi di tali scelte.