Covid. Il disagio giovanile diventa una canzone: “Maschere”

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Patrocinato dall’ACP (Associazione Culturale Pediatri) e dalla Sima (Società di Medicina dell’Adolescenza), il brano scritto da Franco Pistono è dedicato a coloro a cui, in questi ultimi due anni, “è stato rubato il dono del presente”. Armando Grossi, presidente Sima: “La grande sfida per noi che ci occupiamo di adolescenti è aiutare la generazione del Covid a ristabilire il proprio benessere fisico e psicologico nella normalità ‘condizionata’ dal virus, che si profila quale suo prossimo futuro”. o progetto che parla di loro nel loro stesso linguaggio”. Gabriella Pozzobon, past president Sima: “Tutte le ricerche concordano che sia in atto una crisi globale della salute mentale in conseguenza della pandemia da Covid-19, la cosiddetta ‘psicopandemia’, soprattutto a carico dei giovanissimi. Il progetto ‘Maschere’ prende le mosse dal trauma che hanno subito per invitare i giovani alla resilienza”. “Secondo il Rapporto globale Unicef sulla salute mentale 2021 (‘On my mind’) – aggiunge Rossella Gaudino, presidente eletto Sima -, in Europa sono 9 milioni gli adolescenti con disturbi mentali, di cui quasi un milione in Italia, il 16,6% dei giovani fra i 10 e i 19 anni. La pandemia ha fatto da amplificatore della crisi della salute mentale, accentuando stress e discriminazioni. Questa emergenza psico-emotiva dei giovani richiede un investimento urgente di sforzi e impegno”. “Lo studio dell’Ocse ‘Covid-19 e benessere: la vita nella pandemia’ – osserva Giovanni Farello, segretario nazionale della Sima – documenta che la pandemia non è stata solo un’emergenza sanitaria ma ha toccato ogni aspetto del benessere delle persone, con conseguenze sociali di vasta portata, e invita governi e istituzioni a investire nella ricostruzione del capitale naturale, umano e sociale dopo la crisi. E’ una sfida senza precedenti cui siamo chiamati a intervenire sfruttando tutte le armi a nostra disposizione”. “Avvertiamo il bisogno – conclude Carlo Alfaro, consigliere nazionale Sima – in questo delicato momento in cui, cessato lo stato di emergenza, cerchiamo di tornare alla normalità, di far sentire il grido di dolore degli adolescenti, perché quello che hanno passato non può essere cancellato di colpo con un decreto legge che riduce le restrizioni. Dobbiamo intercettare precocemente i loro disagi emergenti e dar loro voce, per poter individuare nuove ed efficaci misure di intervento. E dobbiamo farlo con un linguaggio accessibile anche agli stessi giovani. Per questo abbiamo promosso il progetto Maschere”.

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