Millennial e salute, facciamo il punto

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Tratto dal settimanale “Confidenze tra amiche” del 08/08/2017

Durante l’adolescenza, ci si AMMALA POCO. Ma i grandi cambiamenti legati alla CRESCITA provocano malesseri EMOTIVI che spesso si riflettono sul FISICO. Ecco tutto ciò che c’è da sapere per stimolare FIGLI E NIPOTI a prendersi cura fin da subito del proprio BENESSERE.

Tra i 14 e i 19 anni il corpo subisce cambiamenti importanti perché diventa adulto. Eppure questa età di grandi trasformazioni paradossalmente è anche quella meno monitorata da medici e famiglie. «In parte perché in questo periodo ci si ammala pochissimo, è la fase in cui si registra il numero minore di patologie di qualsiasi genere» spiega Franco Cavallo, docente del dipartimento di Scienze della Sanità Pubblica e Pediatriche dell’Università di Torino e responsabile per l’Italia del progetto europeo Hbsc, che monitora la salute degli adolescenti (hbsc.unito.it). «Ma è anche vero che i ragazzi sono sfuggenti ed è spesso molto difficile captare segnali di malessere fisico in mezzo alle turbolenze di natura psicologica tipiche di questa fase». La Sima, Società italiana di medicina dell’adolescenza, stima infatti che in Italia circa 300.000 ragazzi tra i 15 e i 17 anni soffrono di almeno una patologia cronica, che non viene adeguatamente curata. «L’indipendenza raggiunta, poi fa sì che i genitori perdano il controllo avuto fino a quel momento sui loro bambini» aggiunge il presidente di Sima, Gabriella Pozzobon, pediatra presso il dipartimento Materno-Infantile del Centro di endocrinologia dell’infanzia e dell’adolescenza dell’ospedale San Raffaele di Milano. «E poi si passa dall’assistenza pediatrica a quella del medico di famiglia, che spesso non ha la preparazione adeguata a questa fascia di età». Ecco perché è importante sapere quali sono i fattori critici di questa fase e come monitorarli.

Sintomi psicosomatici e disturbi dell’alimentazione
In cima alla lista ci sono i disagi emotivi, che spesso provocano somatizzazione. «Malesseri molto comuni come il mal di testa ricorrente, il mal di pancia, la difficoltà ad addormentarsi la spossatezza e perfino il mal di schiena sono nella maggior parte dei casi segnali di qualcosa che non va dal punto di vista emotivo» spiega Cavallo. «Vanno osservati e non subito “medicalizzati”: sono appunto segnali che servono ai genitori per sondare altri problemi». Dal punto di vista fisico, invece, in assenza di patologie, i principali disturbi sono legati al regime alimentare. «Mangiano spesso fuori casa, prediligono il junk food, le bevande zuccherate e saltano la colazione, provocando squilibrio nell’assimilazione dei nutrienti» avverte il medico «In più, proprio a questa età la metà dei ragazzi abbandona lo sport mentre studio e tecnologia li costringono a una vita sedentaria». Il sovrappeso. in Italia, è un problema per il 21 % dei ragazzi e il 17% circa delle femmine (rispettivamente il 7% e il 6% sono obesi). «Questo fattore, a cascata, provoca altri problemi di varia natura. come l’ipertensione arteriosa l’intolleranza glucidica e l’alterazione del metabolismo lipidico» spiega Gabriella Pozzobon. «In questa età di transizione, poi, possono comparire disturbi di tipo autoimmune, come le tiroiditi, soprattutto nelle ragazze».

Controlli ginecologici insufficienti
Il 15% delle adolescenti. secondo la Società internazionale di ginecologia endocrinologica, soffre di amenorrea, l’assenza di ciclo mestruale dovuta spesso a diete drastiche e non controllate. Ma se le disfunzioni mestruali chiamano subito in causa il controllo ginecologico, questa non è la norma: a 15 anni in media arriva il primo rapporto sessuale ma, secondo i dati di Sima e di Laboratorio adolescenza, il 76,3% delle ragazze a quella età non si è ancora sottoposto a una visita ginecologica. «Invece. bisogna puntare non solo sulla sensibilizzazione verso le malattie sessualmente trasmissibili, come papilloma virus e Hiv, ma anche sull’attenzione alla massima igiene intima per evitare infezioni delle regioni genitourinarie» raccomanda la Pozzobon. «Bisogna anche ricordare l’importanza del Pap-test dopo l’inizio dell’attività sessuale, come strumento di screening e prevenzione per intercettare subito il rischio di tumore al collo dell’utero».

Gli screening e i vaccini più utili
A questa età bisogna lavorare molto sul fronte della prevenzione. «Sarebbe utile effettuare con una certa regolarità esami dì base come screening: emocromo completo, esami della funzionalità tiroidea, renale ed epatica, metabolismo glicolipidico ed esame urine» ricorda Gabriella Pozzobon. «Molto importante anche il monitoraggio della pressione arteriosa e il controllo di peso, altezza e indice di massa corporea». Infine i vaccini: dopo i 10 anni, in genere è un discorso che in famiglia o con il medico non si affronta più perché ci si preoccupa solo di vaccinare i bambini piccoli, tanto che la profilassi contro il papilloma virus ha una copertura di appena il 50%. «Oltre a questo, raccomandato dai 12 anni per prevenire il tumore al collo dell’utero in età adulta, oggi è importante ricordarsi di un altro strumento di prevenzione vaccinale, quello contro le meningiti» conclude Cavallo. «Per fortuna la situazione non è allarmante, ma è bene ricordare che questo strumento esiste ed è efficace. Se non è stata fatta in età infantile, l’adolescenza è il momento giusto per prevenire anche in questo senso».

ABITUDINI PERICOLOSE
Secondo i dati di HBSC, lo studio sui comportamenti dei ragazzi collegati alla salute promosso dall’Organizzazione mondiale della sanità, il 13% dei teenager fuma regolarmente e più del 10% beve troppi alcolici, esponendosi così a una maggiore probabilità di contrarre in futuro tumori e malattie cardiovascolari. Secondo l’Oms, infatti, il 35% delle malattie che si manifestano nel corso della vita ha radici proprio nel periodo cruciale dell’adolescenza.

IL LORO MEDICO PREFERITO SI CHIAMA WEB
Il 77% degli adolescenti cerca online le risposte ai dubbi sulla propria salute e solo il 45% sceglie poi di confrontarsi con i genitori. Il risultato è che, nel 91% dei casi, si sentono ansiosi perché non sanno come gestire le informazioni. Questi dati provengono da Diagno/click, la prima ricerca europea sul rapporto tra i giovani, la salute e il Web voluta dall’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza. Le ragazze cercano soprattutto informazioni sull’alimentazione (il 26%), poi sugli effetti di alcol e droghe.

SESSO NON PROTETTO
Anche il sesso può rappresentare un fatto re di rischio. Secondo i dati del Censis, l’uso del profilattico è abbastanza diffuso (lo usano il 70,7% di ragazzi e ragazze tra 15 e 18 anni). Ma c’è anche ignoranza in materia: il 17% circa, infatti, scambia la pillola per un metodo di protezione dalle infezioni sessualmente trasmissibili e il 45,9% di quelli che non si proteggono nei rapporti sessuali lo fa perché ritiene che le malattie si contraggano solo in “casi particolari”.

Di Isabella Colombo