Pazienti allo sbando e gradimento del SSN

Condividi:

RUGGIERO ( SIMA): Commento a 2 articoli de “La Stampa” e il “Sole 24 ore” del 15 gennaio 2009
26 gennaio 2009

* “Il crac della sanità oscura l’Obama day – Ospedali in bancarotta e pazienti allo sbando” (Maurizio Molinari su La Stampa del 15.01.2009)

* “Sette italiani su dieci preferiscono gli ospedali pubblici a quelli privati -Piace a metà degli italiani il Servizio Sanitario Nazionale”
( Sole 24 ORE del 15.01.2009)

Leopoldo Ruggiero ( SIMA): Commento agli articoli

Gli Stati Uniti stanno attraversando un periodo di recessione economica, forse anche più grave di altri paesi, di cui indubbiamente risente considerevolmente il loro servizio sanitario, che nasce con premesse storiche economiche e sociali molto differenti rispetto alle nostre.

Il sistema sanitario degli USA, infatti, è “sui generis”, diverso da quello di tutti i paesi occidentali europei, affetto da insufficiente regolamentazione governativa in materia di organizzazione sanitaria e gravato da complessi interessi: classe medica, compagnie assicurative, stati federali, industrie.

Il sistema Sanitario Nazionale Italiano, che ha trenta anni di vita (nato nel 1978 con la Legge 833), è solido, e oggi ancora lontano da ogni possibile fallimento, pur con tutte le criticità organizzative e carenze finanziarie note.
E probabilmente sono proprio le “difformità organizzative” dell’assistenza sanitaria, non solo tra nord e sud del paese, ma anche tra regione e regione e addirittura nell’ambito di una stessa regione tra le varie Aziende Sanitarie presenti, a spiegare in parte i risultati dell’indagine pubblicata su Sole 24 ore.

Leggiamo che il cittadino nel Nord sceglie nel 66% dei casi di farsi ricoverare nelle strutture pubbliche, perché? Queste operano meglio rispetto a quelle private ? Ma il cittadino sa quali sono le strutture sanitarie “apparentemente pubbliche ” (cioè erogatrici di servizio pubblico), gestite da privati: società, fondazioni, enti ecclesiastici, altro?

Nel sud viceversa il 59% dei cittadini preferisce le strutture private, perché? Sono più efficienti ? o hanno solo una maggiore “capacità attrattiva” e per quali ragioni ?

Il nodo cruciale è capire se in Italia esiste un sistema obbiettivo, regolato dalla legge, per giudicare l’efficienza operativa delle strutture sanitarie pubbliche e private e la qualità dei risultati delle prestazioni sanitarie che queste erogano.

L’impianto esiste e si chiama ACCREDITAMENTO ISTITUZIONALE.
Ma qui, dolenti note ! E’ un sistema ancora in allestimento, sebbene datato!

Tutte, dico tutte, le strutture private, per poter esercitare l’attività sanitaria in nome e per conto del SSN/SSR (rimborso delle prestazioni erogate) devono obbligatoriamente e preventivamente ricevere l’accreditamento da parte della Regione (accreditamento provvisorio, transitorio, definitivo/istituzionale) superando una serie di controlli (numerosi e molto utili se effettuati con rigore tecnico/scientifico); ossia devono documentare di possedere tutti i requisiti cosiddetti “ulteriori” (cioè oltre quelli minimi) strutturali tecnologici e professionali, richiesti dalle normative regionali.

Lo stesso non accade per le strutture sanitarie pubbliche, infatti, a tutto oggi, l’iter di accreditamento si è completato solo per alcune di loro.

In realtà sebbene le leggi ( Dlgs 502/92, D.Lgs. 517/93, DPR N°54 del 14/01/1997, D. Lgs 229/99 ed altre) abbiano previsto identico obbligo ad accreditarsi per tutte le strutture pubbliche e private del SSN, attualmente risultano accreditate solo un numero esiguo di strutture sanitarie pubbliche rispetto alla totalità.

Perché? Si può ad esempio immaginare che non vi sia personale ispettivo regionale, adeguatamente formato, congruo alla grande quantità di strutture sanitarie da verificare, ma questa può non essere una spiegazione esauriente!

Eppure, la non conformità di strutture sanitarie pubbliche e private alle regole dell’accreditamento può essere una delle componenti, da non sottovalutare, per spiegare alcuni casi di mala-sanità!
Considerazioni equivalenti si possono fare per quanto riguarda l’accreditamento delle strutture italiane che erogano assistenza pediatrica ospedaliera.

Quante di loro sono istituzionalmente accreditate ? Quante hanno recepito e attuato i principi contenuti nel “PROGETTO OBIETTIVO MATERNO-INFANTILE” (G.U. n 131/ 2000), che individua l’area pediatrica degli ospedali come luogo più idoneo per il trattamento, in regime di ricovero, dei problemi di salute degli adolescenti ?

Quest’ultimo punto merita un approfondimento che la SIMA è pronta a promuovere.